Giovedì 23 Gennaio 2025

21.05.05 Martin SelmayrTra i Paesi europei l’Austria è uno di quelli dove c’è meno voglia di vaccinarsi. Lo rivela un sondaggio svolto tra il 12 febbraio e il 18 marzo dall’Eurobarometro. I risultati, per quanto riguarda gli austriaci, sono stati presentati dal responsabile della rappresentanza europea a Vienna, Martin Selmayr. Soltanto il 32% degli intervistati ha dichiarato di voler essere vaccinato quanto prima, contro la media europea del 45%.

Il 20% ha detto di volersi vaccinare nel corso dell’anno, forse quando si avranno a disposizione più vaccini e si disporrà di maggiori informazioni sugli effetti collaterali indesiderati. Un altro 20% è costituito da dichiarati no-vax. La media europea di quelli che non vogliono saperne del vaccino si aggira invece sul 12%.

Lo stesso sondaggio ha rilevato anche la fiducia degli austriaci nei confronti dell’Europa, precipitata in marzo ai minimi livelli. Secondo Selmayr, che è un diplomatico tedesco, ciò non sarebbe riconducibile alle accuse rivolte da Kurz a Bruxelles di aver gestito la distribuzione dei vaccini come in un “bazar” (accuse rivelatesi poi del tutto campate in aria), quanto piuttosto alle difficoltà economiche provocate dalla pandemia, in particolare nel settore del turismo. Quando le cose vanno bene il merito è dei governi nazionali, mentre quando vanno male i governi nazionali scaricano le responsabilità sull’Europa.

Sta accadendo qualcosa del genere anche a proposito del “passaporto verde”, di cui si parla molto in questi giorni. Si tratta di un documento che dovrebbe attestare l’avvenuta vaccinazione, l’effettuazione di un test con esito negativo ovvero la guarigione dal Covid, per consentire a chi ne è titolare di viaggiare liberamente da un Paese all’altro.

L’ambasciatore Selmayr si è detto fiducioso che un “Grüner Pass” europeo possa essere disponibile entro giugno. Ha messo in guardia, però, contro eccessive aspettative. Il “passaporto verde” potrebbe non funzionare dappertutto, specie nelle prime settimane, perché la competenza a valutare le condizioni d’ingresso nei vari Stati spetta ai singoli governi. Sarà dunque possibile, per non dire probabile, che inizialmente l’attestato possa essere accettato in alcuni Paesi e in altri no. E in questi “altri” si continuerà a imporre la quarantena. Selmayr ha parlato di “patchwork”, ovvero di un’Europa a macchia di leopardo.

A conferma di ciò che scrivevamo sopra, proprio ieri il cancelliere Sebastian Kurz è intervenuto per criticare l’Europa. “Disporre del passaporto verde appena in estate è troppo tardi – ha dichiarato, a margine di una conferenza stampa – e noi non possiamo attendere l’Ue”. Ha anche annunciato che al prossimo vertice europeo in programma venerdì e sabato si batterà per accelerare l’introduzione del documento.

Come non essere d’accordo con “Basti”? Dalle sue parole, però, sembrerebbe che sia lui solo a voler mettere fretta, mentre tutti i Paesi hanno fretta, soprattutto quelli che contano molto sul turismo estivo. Il problema però è che occorre trovare un accordo quadro sul passaporto, in modo che possa essere accettato da tutti i Paesi europei o almeno dalla maggior parte di essi.

La dichiarazione “non possiamo attendere l’Ue” rasenta il ridicolo. Che cosa significa? Che l’Austria si farà un “Grüner Pass” per suo conto? Per andare dove, dalla Stiria alla Carinzia? Perché una “passaporto verde” fatto in casa non avrebbe alcun valore fuori dall’Austria.

All’estate manca meno di un mese. Se Kurz si farà un proprio passaporto verde rischia di lavorare a vuoto, perché potrebbe non essere compatibile con quello europeo e quindi non avere alcun valore nei trasferimenti da un Paese all’altro. Solo una perdita di tempo e uno spreco di denaro.

 

NELLA FOTO, Martin Selmayr, il diplomatico tedesco che guida la rappresentanza europea a Vienna.

_______________

Austria Vicina è anche su Facebook. Clicca “mi piace” alla pagina https://www.facebook.com/austriavicina.

Lascia un commento