Lunedì 6 Gennaio 2025

Quando si parla di coincidenze! Fino alla scorsa settimana il ministro delle Finanze, Magnus Brunner (nella foto), aveva rassicurato più volte che non sussistevano problemi per l’equilibrio del bilancio dello Stato, che avrebbe chiuso con un deficit al di sotto del canonico 3% fissato a Maastricht. Lo aveva dichiarato in Parlamento e successivamente, su richiesta di Neos, anche in una “Aktuelle Stunde” (è uno spazio delle sedute parlamentari, in genere di un’ora, in cui viene approfondito qualche tema, con interventi limitati a 10 minuti).

Domenica scorsa l’Austria vota per il rinnovo del Parlamento. Passano quattro giorni e lo stesso Brunner smentisce ciò che lui stesso aveva dichiarato prima delle elezioni: il bilancio dello Stato quest’anno avrà un deficit del 3,4%, quindi oltre il limite di Maastricht. Le ragioni? La recessione incombente, il gettito fiscale ridotto e le maggiori e imprevedibili spese dovute a calamità naturali.

Il problema non sta nello sforamento dei parametri di Maastricht. L’Austria non è certo l’unico Paese dell’Unione Europea a non riuscire a contenere il deficit sotto il 3%. Il problema per cui il ministro è messo sotto accusa dai partiti di opposizione è l’aver taciuto fino al giorno delle elezioni quel buco di bilancio. Un inganno degli elettori, per contenere l’emorragia di voti dall’Övp?

Cos’è cambiato tra il prima e il dopo? Nulla. La recessione c’era già, la riduzione del gettito fiscale era già evidente nel bilancio del primo semestre ed era ovvio che le calamità naturali avrebbero avuto ripercussioni sui conti dello Stato. Lo stesso Fiskalrat (organo dello Stato che assiste il governo nelle misure di politica finanziaria e nella gestione del debito pubblico) fin dalla primavera scorsa aveva previsto una crescita del deficit superiore a quella dichiarata dal Ministero delle Finanze. In altre parole, tutti sapevano da tempo come stavano i conti dello Stato. Lo sapevano anche i due maggiori istituti di ricerche economico-finanziarie Wifo e Ihs, ma Magnus Brunner aveva continuato a mentire fino all’ultimo.

Ora, dunque, il ministro ammette che il deficit di bilancio sarà del 3,4% (ma per Wifo e Ihs sarà almeno del 3,5%), nel bel mezzo delle consultazioni per la formazione del futuro governo. I partiti “consultati”, nel decidere come rispondere a chi li consulta, devono tener conto che potrebbero essere partner del futuro governo e che, in tale veste, avranno una possibilità di manovra limitata, dato che le risorse disponibili dovranno essere utilizzate per riportare in equilibrio i conti pubblici.

Non sarà un problema di Magnus Brunner, che nel frattempo si sarà già tolto il cappello di ministro, per indossare quello di commissario europeo. Lui ci contava molto a occuparsi di Finanza anche a Bruxelles, mentre invece gli è stata affidata l’Integrazione. Con il senno di poi è stata una scelta azzeccata di Von der Leyen. Quale affidabilità avrebbe avuto un austriaco che da ministro aveva “aggiustato” e “mascherato” i numeri delle Finanze nel suo Paese?

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